Pubblicato 2022-11-08
Abstract
Questo articolo si concentra su una delle molte riflessioni di Collodi sui nomi propri e sull’importanza della loro scelta; in particolare, vengono qui analizzati gli sviluppi e le conseguenze dell’attribuzione di nomi inappropriati. Collodi ha reso il nome inadeguato un tema ricorrente in molti dei suoi scritti, un topos comico che è stato ripetuto e affinato nel corso degli anni. Lo scrittore fiorentino ha esercitato la sua satira in particolare sui nomi scelti per trasmettere un messaggio razzista, così come quelli la cui scelta era influenzata da mode letterarie e melodrammatiche, in contrasto con nomi più tradizionali poi considerati sgradevoli o persino ‘comuni’. Collodi colpisce queste mode e atteggiamenti artificiali, presenti nello snobismo tipico della borghesia nascente, nel tentativo di liberarsi di ciò che potrebbe essere visto come provincialismo pre-unitario. Egli proietta persino la sua visione satirica sui nomi imbarazzanti fin dall’inizio di Pinocchio, con quella decisione onomastica divertita e paradossale presa da Geppetto nel dotare il suo burattino di un nome scelto perché, dice lui, conosceva una famiglia di Pinocchi dove tutti erano benestanti e il più ricco tra loro era un mendicante!