Von der Märchenfigur zum Schimpfnamen: Orca, Ogre, Oger und andere Menschenfresser*innen
Pubblicato 2022-11-08
Parole chiave
- orca/orco,
- ogre/ogresse,
- psychogenesis of terrifying fantasies,
- from fairytale figures to infamous anthroponyms,
- ick-names of the protagonists of the Third Reich
Abstract
L’Oger è un fascinosum tremendum ampiamente conosciuto. Molti racconti di fiabe coinvolgono mostri stupidi che cercano di divorare i bambini, per poi essere sconfitti da giovani astuti. Nel romanzo di Oskar Loerke, Der Oger (1921), un’intera famiglia è terrorizzata da un’ossessione spaventosa. Elias Canetti rivela solo nella sua autobiografia il soprannome infamante Oger dato al suo detestato zio Salomon. Nel dramma postumo di Veza Canetti, Oger, il brutale uomo d’affari Iger, dopo aver umiliato la moglie per molti anni, firma il documento di divorzio con il nome Oger. Abel Tiffauges, protagonista del romanzo di Michel Tournier Il re degli gnomi (1970), è ossessionato dal nome Oger. Come prigioniero di guerra, è sotto il comando di Hermann Göring. Chiamato l’Oger di Kaltenborn, Abel recluta adolescenti per una scuola di addestramento nazista. Riconoscendo alla fine la perversità dell’Oger di Rastenburg, Abel muore nel tentativo di salvare un ragazzo ebreo.