2024: XXVI
Articoli

In materia di nomi propri: Selezione, combinazione, scrittura, immagine

Stefano Bartezzaghi
Università IULM

Publié-e 2024-08-27

Résumé

Quando si sono presi in considerazione i nomi propri, il focus tradizionale si è prevalentemente concentrato sul loro significato, mentre la composizione di questi nomi ha ricevuto meno attenzione. In sostanza, possiamo identificare due prospettive. In primo luogo, la materialità di un nome proprio si allinea con quella di altre forme linguistiche, che possono ascendere o discendere dalla funzione onomastica attraverso il mezzo dell’antonomasia. Tuttavia, in contesti specifici, l’aspetto materiale di un nome può assumere una significatività insolita. Ciò include considerazioni su aspetti oggettivi: l’organizzazione dei fonemi e dei suoni, la loro articolazione e ricezione uditiva; l’organizzazione di grafemi e tratti visivi su diversi supporti (come tessuti, cortecce, tele dipinte o impalcature urbane), che comprendono diverse esecuzioni stilistiche, tipografiche e calligrafiche, influenzando sia l’esecuzione sia la percezione visiva. Inoltre, i fenomeni comprendono la reinterpretazione di tali dati in nuove forme grafiche, uditive e linguistiche, caratterizzate da configurazioni, risemantizzazioni, trasformazioni e sostituzioni innovative. Ciò avviene attraverso tecniche come l’interpretatio nominis, l’anagrammatica, la rebussistica, la crittografia e gli pseudonimi. Tradizioni centenarie hanno inizialmente riacceso l’interesse per la materialità dei nomi, precedendo i contesti in cui questo fenomeno ha acquisito nuova rilevanza. Questi includono l’avvento nel XX secolo del branding (nomi come marchi) e la significatività delle firme cirografiche nell’era digitale. La rinascita della materialità inchiostrata all’interno dei nomi sembra segnalare la necessità, anche sotto il profilo legale, di stabilire nuove connessioni tra il testo e il corpo, costituendo a una sorta di biosemiotica del testo.