2022: XXIV
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«La corte d’appello di Firenze conferma: il N. 44170 è Mario Bruneri». La curiosa vicenda di una memoria contesa tra realtà, tribunali, letteratura e cinema

Silvia Corino Rovano
Università degli Studi di Torino

Pubblicato 2022-11-08

Parole chiave

  • Anthroponyms,
  • deonyms,
  • memory,
  • court cases
  • anthroponyms,
  • deonyms,
  • memory,
  • court cases

Abstract

Ci sono storie della vita reale riportate nei giornali che suscitano nei lettori un turbine di passioni che diventano col tempo una sorta di ossessione. Questo accade non solo nei casi di eventi particolarmente violenti o scandalosi che stimolano o scioccano i lettori; altri casi rientrano nella sfera del diritto civile. Tra questi ci sono alcuni casi di persone che hanno perso la memoria. Una delle più rinomate vittime di amnesia italiani è il protagonista/antagonista del "caso Bruneri/Canella", che ha ispirato non solo psichiatri ma anche scrittori come Pirandello e Sciascia, oltre a una schiera di drammaturghi e cineasti. Alla fine degli anni ‘20 un uomo fu trovato vagare intorno a un cimitero di Torino; interrogato dalla polizia, sembrava non ricordare nulla, nemmeno il suo nome. La storia divenne un soggetto allettante per i giornali quando due donne identificarono l’uomo come loro marito, creando così l’ipotesi di due identità alternative: l’amnesico era il rispettabile Professor Giulio Canella o il seducente play-boy Mario Bruneri? Gli elementi per un romanzo erano pronti. Come spesso accade, il caso prese il nome del personaggio principale, o meglio, di ambedue i nomi. Nacque il "caso Bruneri-Canella".