Pubblicato 2022-11-08
Parole chiave
- literature and religion,
- names of the Other,
- poetics of doubt
Abstract
Le complesse relazioni che due giganti della letteratura mondiale, Eugenio Montale e Wisława Szymborska, hanno intrattenuto con "l’Altro" lungo l’arco della loro produzione poetica seguono sorprendentemente percorsi simili. Entrambi erano agnostici, ma non atei, e entrambi erano impegnati in una dialettica quotidiana con il soprannaturale, un dialogo con l’Altro che vede la ragione in continuo confronto con il miracoloso e l’imprevisto, l’imponderabile e l’incondizionato. Le liriche che ci hanno lasciato testimoniano di una sorprendente affinità tra i due scrittori, così distanti per cultura, lingua e tradizione, ma così vicini nel profondo rispetto per tutte le religioni da un lato, e nella diffidenza verso ogni teoria ideologica, filosofica o religiosa che tenti di etichettare e spiegare "tutto". La loro ricerca del "divino", a cui sono attribuiti i nomi più insoliti, e che a volte ha ben poco a che fare con la sfera del trascendente, suscita perplessità, aspettative, domande pressanti e, non di rado, una sottile vena di umorismo, un altro tratto che unisce questi due grandi "poeti del dubbio".